zaino in spalla

Ed eccoci qua. Siamo pronti.

Lo zaino è pieno di tutti i ricordi del nostro passato: le nostre esperienze, le nostre conoscenze, le nostre emozioni. Tutto ciò che ci ha resi noi è li, ammassato. Forse abbiamo dimenticato qualcosa, forse abbiamo esagerato e ci siamo resi conto che c’era qualcosa che avremmo potuto lasciare andare. Ma ora è troppo tardi, siamo all’imbarco, il bagaglio è pesante e la schiena ingobbita dal peso del tempo. Non vediamo l’ora di arrivare a destinazione, posarlo e aprirlo per svuotarlo con tutta quella calma che non abbiamo avuto nel riempirlo. 

Come lo svuoteremo? Saremo in grado di farlo da soli? Avremo bisogno di aiuto?

Io credo che bisogni accettare il fatto che l’uomo sia un essere sociale e in quanto tale necessiti del prossimo e del suo aiuto, ma per farlo deve essere in grado di chiederlo, anche se, nella società della performance, nessuno ci ha mai insegnato a farlo, ma al contrario a viverlo come denigrante e umiliante. 

Io penso che non ci sia nulla di più difficile, ma allo stesso tempo coraggioso, di ammettere di aver bisogno dell’aiuto di qualcuno perché quello zaino, con il passare del tempo, rischia di diventare una zavorra che continua a riempirsi senza che ne abbiamo il controllo. Un peso che ci portiamo inconsciamente nella quotidianità, con quelle spalle ingobbite e la fronte corrugata, mentre andiamo al lavoro o beviamo un caffè con un amico, nelle relazioni, amicali o amorose che siano, nella nostra sessualità e sensualità. 

Se però questo zaino, a furia di fingere che non esista, arriva a schiacciarci senza che ce ne accorgiamo, senza essere in grado di esprimerlo, il nostro corpo troverà il modo per tentare di liberarsene. 

Il sistema va sempre alla ricerca dell’equilibrio, di un equilibrio dinamico, per il quale basta l’aggiunta di una variabile, seppur piccola, per sconvolgere tutto. 

Citando un film visto di recente: “per rimettere a nuovo un setto nasale deviato, si deve rompere del tutto”…

È come mi piace vedere un percorso di consulenza sessuale: rompere, raccogliere i pezzi, osservarli, capirli e ri-creare con ciò che abbiamo, con le nostre risorse e i nostri mezzi. 

Che cosa?

Lo scopriremo insieme, nel nostro viaggio, che parte ora, con quel biglietto solo andata che abbiamo finalmente avuto il coraggio di acquistare. 

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